In questo articolo ti parleremo di High Frequency Trading (HFT). Con questa espressione si fa riferimento a diverse tipologie di strategie operative automatizzate; da non confondere però con il più semplice “trading systerm”. Infatti con il termine trading algoritmico, si fa riferimento ad un algoritmo che in funzione di determinate regole, definite dal programmatore, genera segnali di trading. Il timing di un trading algoritmico può essere multiday o intraday. Gli High Frequency Trading potrebbero essere considerati l’evoluzione del trading algoritmico. Pur appartenendo alla famiglia del trading system si differenziano da esso poiché si avvalgono di una infrastruttura tecnologica ed informatica molto più potente, che permette di eseguire operazioni in un arco temporale di pochi millisecondi.
L’obiettivo di un High Frequency Trading è trarre vantaggio da inefficienze dei prezzi di brevissimo termine, esso infatti analizza i book Tick by Tick e trasmette al mercato migliaia di ordini in acquisto ed in vendita in base al costante e continuo flusso informativo. Quindi la caratteristica fondamentale di un High Frequency Trading è la low latency, ovvero la capacità di individuare e trasformare una decisione di investimento in una effettiva esecuzione di ordine in pochi millisecondi.
Applicazioni di un High Frequency Trading:
Arbitraggio da latenza
Quando una stessa attività presenta divergenze di prezzo senza una giustificazione economica, nascono le opportunità di arbitraggio. Mentre per un trader discrezionale risulta difficile cogliere opportunità di arbitraggio, un HFT riesce in maniera immediata (pochi millisecondi) ad individuarle e sfruttarle.
Offerta di liquidità al mercato
Un High Frequency Trading può valutare il rapporto rischio rendimento associato ad una rispettiva situazione di mercato e se ritiene opportuno decidere di operare come un market maker, ovvero collocare le sue proposte di negoziazione sui primi livelli Bid – Ask di un book, quando tali ordini saranno incrociati con gli ordini di acquisto dei partecipanti al mercato esso lucrerà il bid ask spread. Anche in questo caso la velocità (pochi millisecondi) di analisi del book e di inserimento ordini, permetterà al High Frequency Trading di avere un enorme vantaggio rispetto ai trader discrezionali.
Trading on News
Un High Frequency Trading, traendo indicazioni operative dal continuo flusso informativo può sfruttare l’effetto che le notizie e i dati macroeconomici hanno sull’andamento dei prezzi delle attività analizzate. Ovviamente anche in questo caso è la velocità con la quale gli High Frequency Trading possono sfruttare in pieno i movimenti di mercato legati alla pubblicazione di dati macro a fare la differenza.
Ricerca di liquidità
Un High Frequency Trading può essere programmato per influenzare a proprio vantaggio i livelli di prezzo di uno strumento finanziario. Questo può avvenire in diversi modi:
- Una possibile strategia è quella di far scattare ordini condizionati, stop loss o take profit, dei partecipanti al mercato per generare liquidità da sfruttare a proprio vantaggio. E’ indubbio che esistono livelli di prezzo tecnici ai quali sono associati una moltitudine di ordini condizionati. Individuarli e farli scattare può portare liquidità al mercato che un HFT può sfruttare a proprio vantaggio.
- Ignition momentum: L’HFT prende una posizione aggressiva sul mercato, generando un forte movimento di prezzo e spingendo gli altri trader a seguire tale movimento. Proprio sulla reazione degli altri investitori l’ High Frequency Trading chiude la sua posizione.
- Pinging/Smoking/Layering/Spoofing : Attraverso queste strategie gli HFT inviano al book di negoziazione tantissimi Limit Order, cancellandoli e modificandoli in maniera continua. L’obiettivo è quello di indurre i trader discrezionali o i sistemi algoritmici tradizionali a porre in essere operazioni a vantaggio della propria strategia. Quindi simulano scenari non reali per influenzare il comportamento degli operatori ed i livelli di prezzo a proprio vantaggio.
Conclusioni
La presenza degli HFT rende molto più complesso il trading intraday. Chiunque abbia esperienza con il trading intraday conosce bene la rischiosità e la complessità che questi strumenti hanno creato. Nell’ E-book Trading operativo scritto circa nel 2005 c’era proprio un paragrafo dedicato alle trappole del Boo k(da allora il fenomeno è fortemente aumentato….). In linea di massima gli High Frequency Trading dovrebbero influenzare i livelli di prezzo solo nell’intraday, poiché in genere sono programmati per chiudere le giornate borsistiche flat. Quindi concludiamo invitando i traders intraday a considerare il fatto che spesso si troveranno ad affrontare nemici ad armi “non pari”