Analisi Fondamentale

In quest’articolo ti parleremo di analisi fondamentale e della sua utilità nel trading.

Analisi fondamentale e trading

analisi fondamentale

Per comprendere l’analisi fondamentale è necessario capire la differenza tra prezzo e valore di un bene. Il prezzo rappresenta l’incrocio tra domande e offerta in termini monetari. Quanto i compratori sono disposti a spendere per acquistare e a che prezzo i venditori sono disposti a cedere il bene.

Il valore è un concetto molto più ampio. In finanza, il valore di un’azione dipende dalla salute prospettica finanziaria ed economica dell’azienda. Attraverso analisi di bilancio e di redditività, l’analisi fondamentale mira a identificare il Target price, ovvero il prezzo che esprima il reale valore dell’azienda. Se questo valore è inferiore al prezzo di mercato, l’azione è da vendere. Viceversa è da comprare se è superiore.

Molte banche di investimento svolgono questo lavoro pubblicando periodicamente i target price per le diverse azioni. Spesso i target price di stesse aziende calcolati da banche d’investimento diverse sono molto differenti. Questo accade perché non esiste una formula che ti permette di conoscere il valore di un’azienda. Inoltre i prezzi attuali si basano sulle aspettative. Quindi la bravura dell’analista fondamentale sta nell’identificare il valore che l’azienda avrà nel futuro.

L’analista partirà dall’osservazione del contesto macroeconomico e settoriale dell’azienda per poi focalizzarsi sui dati di bilancio della singola società.

Nell’attività di Trading multiday è utile conoscere l’analisi fondamentale per essere in grado di leggere i giudizi delle banche di investimento. Da un punto di vista di trading breve termine, reputo meno importante riuscire a identificare da soli il valore dell’azienda attraverso l’analisi del bilancio e del conto economico. Quindi utile sapere leggere le analisi fatte dai professionisti, meno utile per il trading di breve termine essere in grado di elaborare un’analisi da sè.

Per analizzare un’azienda il bilancio viene riclassificato in base a criteri finanziari, quindi vengono individuati indici che riflettono la solidità e la redditività dell’ impresa.

Indici di bilancio

Riportiamo gli indici di bilancio più importanti:

INDICE DI SOLIDITA’ (DEBT/EQUITY): rapporto tra Indebitamento finanziario e Patrimonio netto relativo all’ultimo bilancio disponibile. Esprime la dipendenza dell’ impresa da fonti di finanziamento esterne. Quanto più alto è il suo valore tanto meno equilibrata è la struttura finanziaria. Variazioni dei tassi di interesse avranno impatto diverso a seconda di tale rapporto. Il rapporto dovrebbe essere al massimo pari a uno pena la perdita dell’autonomia economica e gestionale per i diritti vantati da terzi sull’impresa.

 INDICE DI REDDITIVITA’ DELLA GESTIONE CARATTERISTICA (ROI): rapporto tra utile operativo e capitale investito. Esprime la capacità di generare reddito con l’ attività caratteristica dell’ impresa. L’utile operativo è detto anche EBIT (Earnings Before Interest and Tax) ed esprime la redditività della sola gestione caratteristica. Il capitale investito definisce il totale del capitale che l’azienda ha utilizzato per generare profitti ossia comprende il capitale proprio e quello di terzi. Più alto è il valore dell’indice ROI, più in maniera efficiente l’azienda sta utilizzando il suo capitale. E’ soddisfacente se supera almeno il costo dell’ indebitamento.  

 INDICE DI REDDITIVITA’ GLOBALE (ROE): rapporto tra utile netto e capitale proprio. Esprime la capacità di remunerare il capitale proprio ed è un indicatore sintetico di efficienza. Sintetizza la profittabilità di un’azienda.  

L’analisi degli indici monitora il trend di tali indici. I delta anno su anno permettono di capire se il management sta lavorando nel modo giusto.

Indici di redditività

Riportiamo gli indici di redditività più importanti:

RAPPORTO PREZZO/UTILI (P/E): è il più famoso. Esprime il rapporto tra prezzo del titolo e utile netto per azione . Spesso è calcolato con l’ utile storico, ma sarebbe meglio utilizzare l’ utile atteso. Esprime il numero di anni che occorrono per ripagare con gli utili l’ investimento effettuato. Rapporti bassi indicano sottovalutazione, alti invece sopravvalutazione. Non esiste un valore ideale. Dipende dal settore di riferimento. Esistono differenze rilevanti tra i P/E medi dei differenti settori. In genere i settori più maturi hanno P/E inferiori, mentre i settori innovativi con maggiori  prospettive di crescita hanno P/E più alti. Scostamenti significativi dal P/E medio del settore di appartenenza possono evidenziare sopra o sottovalutazione.

RAPPORTO PREZZO/PATRIMONIO NETTO (P/BV): esprime il rapporto tra il prezzo di mercato di un’azione e valore del patrimonio netto per azione.  Un valore basso può significare che l’azione è sottovalutata. Un  rapporto  inferiore a 1, vuol dire che il prezzo delle azioni è inferiore al valore patrimoniale dell’azienda. In genere le società quotate hanno multipli superiori a 1 poichè il loro prezzo di borsa incorpora anche le aspettative sugli utili che verranno. Non è possibile calcolare P/E se l’utile è negativo, ovvero se l’azienda è in perdita.

RAPPORTO PREZZO/FLUSSO DI CASSA: Esprime  un rapporto dove al numeratore c’è il prezzo dell’azione, e al denominatore il flusso di cassa prodotto per azione. Il flusso di cassa è la liquidità generata dall’impresa.

DIVIDEND YELD: esprime il rapporto tra ultimo dividendo pagato dall’azienda e prezzo dell’azione. Più è elevato il dividend yield e migliore è la capacità della società di remunerare il capitale investito.

Tutti i principali multipli e indicatori dell’analisi fondamentale sono utilizzati con l’obiettivo di comparare e valutare il posizionamento di un’impresa rispetto a un’altra impresa oppure a un gruppo di potenziali concorrenti.

Se calcolati su dati di consuntivo, riflettono le condizioni del presente senza incorporare il rischio/opportunità futuro dell’ impresa.

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