In questo articolo analizziamo l’importanza della psicologia nel trading. Hai sentito dire molto spesso che il trading è tutta psicologia e vuoi comprendere meglio cosa significa. In questa lettura, che ho cercato di rendere più semplice possibile, avrai modo di comprendere perchè la psicologia impatta i risultati nel trading. La psicologia è la scienza che studia le emozioni umane e il loro impatto sulle nostre azioni. Per questo, nei paragrafi che seguono ti spiego come nascono le emozioni e qual’è il giusto approccio psicologico al trading.
Indice
- Cervello e psicologia nel trading
- Gestione delle emozioni nel Trading
- La paura nel trading
- Eccesso di fiducia nel Trading
- I media e la psicologia nel trading
Cervello e psicologia nel trading
Il cervello umano è continuamente occupato a ricercare il “Piacere” e a evitare il “Dolore”. Le attività di investimento, e in particolar modo di Trading, danno la possibilità all’investitore di vivere in maniera molto intensa sia il piacere (si pensi alla chiusura di un trade in forte gain) che il dolore (trade chiuso in forte loss). Ormai è dimostrato che una forte vincita (ma anche una perdita) può avere gli stessi effetti di una droga sul sistema nervoso (a tal proposito si guardi “Gioco d’azzardo patologico”). Le emozioni che si provano per raggiungere il piacere di una enorme vincita (avidità) o per evitare il dolore di una perdita (paura) portano il trader a trasformarsi in un giocatore d’azzardo (in alcuni casi patologico), con altissime probabilità di perdere l’intero capitale di trading.
Devi sapere che ci sono due aree importanti nel cervello dove prendono forma le decisioni:
- L’ amigdala che è la regione cerebrale più strettamente connessa alle emozioni. Le emozioni scatenate da essa sono indipendenti dal pensiero razionale. Presiede al controllo degli stati emozionali intensi: passioni, rabbia incontrollabile, oltre agli stati emozionali propri di contesti di emergenza.
- La neocorteccia che invece regola le reazioni razionali, attivandosi in presenza di situazioni che richiedono riflessione e un agire non immediato.
Noi possediamo una mente emozionale che fluttua in assonanza con le emozioni lasciandosi guidare dall’istinto dando vita alle decisioni di pancia. Poi c’è la mente razionale, che ragiona secondo prove oggettive, non è immediata, dalla quale nascono le decisioni di testa. La giusta psicologia di trading prevede che tu utilizza esclusivamente la tua mente razionale.
Gestione delle emozioni nel Trading
Gli esperti di Trading sui mercati finanziari esistono. Sono quelle persone che per tanti anni hanno studiato e tradato i mercati e che quindi conoscono bene gli strumenti e le dinamiche della finanza. Ma essere un esperto di mercato non significa essere un trader profittevole. A mio avviso, la ragione per cui anche gli esperti non riescono a generare profitti nel lungo termine è la loro incapacità di provare paura. La paura è quell’emozione che non consente al trader di trasformarsi in un giocatore d’azzardo. Non gli consente di scommettere in funzione al proprio sentiment. Non gli permette di mettere in atto trades senza prima aver pianificato ogni minimo dettaglio.
Avere una sana paura di perdere i propri soldi fa bene alle proprie perfomances. Una paura razionale ti induce a stabilire strategie e definire a priori i rischi. La paura è l’ emozione che ha permesso nei secoli la sopravvivenza della specie umana. Permette all’uomo di adattarsi all’ambiente che cambia. Così come nella vita, anche sui mercati finanziari, la paura ci permette di sopravvivere. Solo chi prova paura ha l’umiltà, la capacità e la pazienza di adattarsi ed evolvere. Solo in questo modo è possibile identificare e gestire nel modo più opportuno i rischi e le opportunità. Avere paura non vuol dire non muoversi – quello è panico – ma significa studiare il cambiamento dell’ambiente, identificarne i rischi/opportunità e definire nuove strategie.
La corretta psicologia di trading consiste nell’abilità di comprendere le proprie emozioni, controllarle e usarle a proprio vantaggio. Se sono consapevole delle emozioni che vivo, se riesco ad identificarle e a comprenderne i driver, riuscirò a gestire meglio le mie decisioni in ogni situazione. Non bisogna pensare alle emozioni come esclusivamente qualcosa di negativo.
La paura nel trading
Soffermiamoci sull’emozione legata alla ricerca dell’eliminazione del dolore, “la paura”, nemico numero uno del Trader. Non è possibile evitare le perdite nel Trading, potrai studiare milioni di libri e frequentare milioni di corsi, le perdite ci saranno sempre. L’unico modo che hai per non avere paura è diventare consapevole del fatto che il risultato di qualsiasi operazione di Trading non è certa. Il rischio va gestito durante la programmazione del Trade stabilendo a priori la massima perdita tollerabile, attraverso la definizione di stop loss e Size del Trade. Dopo la programmazione del Trade dovrai solo accettare il rischio che hai programmato.
Devi sapere che la percezione del rischio da parte degli investitori non è oggettiva ma sembra essere legata all’utilizzo dell’euristiche -meccanismi generali relativi al modo in cui le persone elaborano le informazioni provenienti dall’ambiente esterno insieme anche a quelle che hanno nella memoria- e a stati emotivi negativi legati alla paura di perdere. In generale le persone stimano i rischi facendo ricorso a valutazione emotive dell’oggetto. Molto spesso i risultati improbabili sono sovraponderati (effetto speranza) e i risultati che sono quasi certi sono sottoponderati (effetto certezza).
Proprio per questo il rischio va gestito prima dell’apertura del trade, quando la mente è libera dalle emozioni che il trade stesso genererà. È molto diffusa inoltre la tendenza ad attribuire al rischio esclusivamente un valore negativo. Rischi e benefici nella realtà sono correlati positivamente, nella mente spesso sono correlati negativamente. Se gestito in maniera razionale, il rischio deve essere visto alla stessa stregua di un’opportunità.
Eccesso di fiducia nel Trading
Un’altra emozione che può influenzare negativamente l’attività di trading è l’eccesso di fiducia. Siamo sinceri, il trader si ritiene furbo, è convinto che sul mercato sarà lui a fare le penne agli altri (in linea di massima se noi stiamo guadagnando , la nostra controparte del trade ci sta perdendo), in maniera molto semplice potremmo dire quindi che già il solo fatto di svolgere l’attività di trading come professione, è sintomo di grandissima stima di se stessi. Ma fin qui non c’è niente di male.
Capita spesso di leggere nei forum, nei gruppi facebook legati al trading, previsioni di ciò che accadrà sui mercati finanziari; la sicurezza e la presunzione con cui queste persone credono fermamente nelle loro previsioni è “allarmante”. Spesso gli scenari sono spiegati in maniera molto professionale, parliamo quindi di persone con enormi competenze tecniche e fondamentali. Quando leggo questi commenti, penso, “un altro colpito dalla sindrome del genio da trading”.
Voglio introdurre questo concetto poiché ritengo questa sindrome molto rischiosa per il trader. Quando la fiducia di un trader aumenta, spesso questo accade quando si chiudono operazioni in vincita, la stima di se stesso può raggiungere livelli molto, ma molto alti. Al punto che il trader è sicuro di poter prevedere i movimenti del mercato. E’ convinto che la sua view, che altro non è che un’opinione, si tramuterà in realtà. Entra in overconfidence, ovvero sovrastima la sua capacità di trader.
Un trader affetto da tale sindrome molto probabilmente inizierà a lavorare senza disciplina, sarà talmente convinto che la sua opinione si trasformerà in realtà che lascierà correre le perdite con la convinzione che il mercato gli darà ragione. Spesso quando il mercato è contrario alla sua view, è convinto che tutti gli altri siano pazzi ed incompetenti, perché stanno facendo l’opposto di quello che lui pensa.
Per quanto razionali possano essere le opinioni devono rimanere tali e non possono essere tradate. I trades devono essere effettuati sulla base di analisi finalizzate alla realizzazione di una strategia operativa che si adegui a quello che accade nella realtà (tradare sulla base di ciò che si vede e non di ciò che si immagina accadrà). L’umilità, unita ad un “sano desiderio di salvaguardia del proprio capitale”, in genere caratteristiche presenti dopo trades chiusi in perdita, avvicina il trader a compiere operazioni vincenti. La migliore psicologia di trading preveda che tu debba tradare come se il tuo bilancio di trading fosse sempre negativo.
I media e la psicologia nel trading
In questo paragrafo analizziamo le dinamiche che regolano il movimento dei prezzi di un bene. Ovviamente faremo delle semplificazioni visto la complessità dell’argomento. In linea di massima, i prezzi scendono quando gli investitori che vendono sono maggiori di quelli che acquistano, viceversa salgono. Perché un investitore compra (o vende)? La finanza comportamentale ci insegna che spesso le azioni degli operatori sono legate alla loro psicologia, alle loro emozioni, principalmente Paura ed Entusiasmo. Quando domina la prima emozione, i prezzi scendono. Al contrario quando si creano situazioni di entusiasmo i prezzi salgono. Ma come si formano le emozioni?
Il cervello riceve informazioni, elabora pensieri, prova emozioni, in funzione di esse intraprende azioni, compra o vende. Le decisioni prese dagli investitori quindi sono soltanto il frutto dell’elaborazione delle informazioni recepite dal sistema in cui si vive. Oggi giorno siamo bombardati da informazioni, i mass media generano milioni di informazioni. Tieni presente che le informazioni che suscitano maggiore interesse ( in modo particolare sui SOCIAL ) sono quelle capaci di emozionare gli utenti (rabbia, paura, meraviglia, entusiasmo), proprio per questo spesso la comunicazione è aggressiva e può discostarsi dalla realtà…. Poi l’effetto gregge degli analisti fa il resto.
Beh potremmo dire quindi che le decisioni di investimento (e non solo) della gran parte degli operatori sono fortemente influenzate dalla comunicazione del sistema in cui vive.…Quindi bisogna investire senza informazioni? Beh no.
Innanzitutto è necessario essere in grado di scomporre le informazioni, un analista dovrebbe considerare soltanto informazioni oggettive. Dati reali: Tassi interesse, inflazione, crescita economica, comportamento Banche centrali. Le azioni di acquisto – vendita invece dovrebbero nascere dalla predisposizione di un piano, di una strategia, il cervello deve essere utilizzato per la lettura di informazioni oggettive e per la predisposizione di una strategia. Una strategia che ti permetta di sopravvivere anche se le cose non vanno come pensavi. Non lasciare che il sistema influenza la tua psicologia e decida per te. Non sforzarti di prevedere il futuro, il tuo cervello non è in grado di farlo, e quando lo fa probabilmente è condizionato dalle informazioni che ha recepito.